
La gestione dei rischi legati ad atmosfere esplosive (ATEX) è una delle aree più delicate della sicurezza aziendale. Polveri combustibili, gas e vapori infiammabili sono presenti in molti settori produttivi e, se non gestiti correttamente, possono causare gravi incidenti.
Nel 2025, le aziende sono sempre più soggette a controlli stringenti: trascurare la valutazione ATEX significa esporsi a sanzioni pesanti e a rischi per persone, impianti e continuità operativa.
In questo articolo scoprirai quando è obbligatoria la valutazione ATEX, quali attività sono maggiormente esposte e quali errori evitare.
Che cos’è la valutazione ATEX
Il termine ATEX deriva da due direttive europee:
- 2014/34/UE → riguarda l’immissione sul mercato di apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfere esplosive (ATEX prodotti).
- 1999/92/CE → tutela la sicurezza e la salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive (ATEX ambienti di lavoro).
In Italia, queste direttive sono state recepite principalmente nel Titolo XI del D.Lgs. 81/2008.
La valutazione ATEX serve a:
- Identificare le sostanze infiammabili presenti in azienda.
- Individuare le sorgenti di emissione (impianti, processi, apparecchiature).
- Definire le zone a rischio (zone 0, 1, 2 per gas; zone 20, 21, 22 per polveri).
- Stabilire misure di prevenzione e protezione (ventilazione, sistemi di sicurezza, formazione).
Quando è obbligatoria
La valutazione ATEX è obbligatoria in tutte le aziende dove sono presenti:
- Gas e vapori infiammabili (verniciatura, cabine di spruzzo, centrali termiche, laboratori chimici).
- Polveri combustibili (industrie alimentari, mangimifici, falegnamerie, impianti di stoccaggio cereali).
- Batterie e accumulatori (locali di ricarica carrelli elevatori con emissione di idrogeno).
- Impianti di produzione e trattamento di gomme, plastiche, solventi o carburanti.
👉 In generale, se nel ciclo produttivo c’è la possibilità di formare un’atmosfera esplosiva, la valutazione ATEX è sempre necessaria.
Le attività più soggette ad ATEX (attenzione alle sorprese!)
Molte aziende sottovalutano il rischio ATEX pensando che riguardi solo raffinerie o industrie chimiche. In realtà, ecco alcuni esempi concreti di attività dove è altissimo il rischio di sanzioni e incidenti:
- Carrozzerie e officine → cabine di verniciatura con solventi e vapori infiammabili.
- Panifici, molini e industrie alimentari → farine e zuccheri che generano polveri combustibili.
- Impianti di ricarica batterie per carrelli elevatori → rilascio di idrogeno durante la carica.
- Falegnamerie → polveri di legno con rischio di esplosione in ambienti chiusi.
- Industrie tessili e della gomma → solventi, colle e miscele volatili.
- Depositi di carburanti, solventi o vernici → vapori infiammabili in ambienti confinati.
- Impianti di trattamento rifiuti e depuratori → produzione di biogas e metano.
👉 Molti imprenditori restano sorpresi quando scoprono che anche una semplice officina o un magazzino possono rientrare a pieno titolo negli obblighi ATEX.
Come si fa una valutazione ATEX
La valutazione deve seguire un metodo tecnico-scientifico, basato sulle norme CEI EN 60079-10-1 (gas e vapori) e CEI EN 60079-10-2 (polveri).
Le principali fasi:
- Raccolta dati: sostanze utilizzate, impianti, condizioni operative.
- Analisi delle proprietà chimico-fisiche (temperatura di infiammabilità, LFL, densità relativa).
- Individuazione delle sorgenti di emissione (perdite, aperture, valvole, serbatoi).
- Definizione delle zone (mappa di classificazione ATEX).
- Verifica della ventilazione (naturale o forzata).
- Misure di prevenzione e protezione (impianti elettrici certificati ATEX, sistemi di rilevazione, formazione dei lavoratori).
- Redazione della relazione tecnica con planimetria e classificazioni.
Errori più comuni delle aziende
Molte aziende commettono errori che espongono a gravi rischi:
- Ignorare i locali di ricarica batterie, spesso esclusi dalla valutazione.
- Utilizzare impianti elettrici non certificati in aree a rischio.
- Non aggiornare la valutazione dopo modifiche agli impianti o ai processi.
- Trascurare la formazione dei lavoratori, obbligatoria in aree ATEX.
Le sanzioni per la mancata valutazione ATEX
Il Titolo XI del D.Lgs. 81/2008 prevede sanzioni severe per chi non ottempera agli obblighi ATEX:
- Mancata valutazione dei rischi di esplosione (art. 290) → arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 3.559,60 a 9.112,57.
- Mancata redazione o aggiornamento del Documento sulla protezione contro le esplosioni – DPCE (art. 294) → arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 3.559,60 a 9.112,57.
- Mancata informazione e formazione dei lavoratori (art. 294-bis) → arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 3.559,60 a 9.112,57.
- Mancata verifica delle installazioni elettriche in zone classificate (art. 296) → arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 3.559,60 a 9.112,57.
Oltre alle sanzioni, in caso di incidente connesso ad atmosfere esplosive, il datore di lavoro può incorrere in responsabilità civile e penale, con conseguente sospensione delle attività aziendali fino alla regolarizzazione.
Perché affidarsi a un consulente specializzato
Una valutazione ATEX non è un semplice documento, ma un’analisi tecnica complessa che richiede esperienza e competenze multidisciplinari.
Un consulente qualificato può:
- Redigere la relazione tecnica conforme alle norme CEI EN.
- Fornire la mappa delle zone ATEX con criteri oggettivi.
- Proporre misure correttive pratiche (ventilazione, dispositivi certificati, procedure di emergenza).
- Supportare l’azienda in caso di controlli ispettivi.
Conclusioni
La valutazione ATEX è un obbligo normativo e una garanzia di sicurezza.
Non affidarti al caso: conoscere e prevenire i rischi esplosivi significa proteggere lavoratori, impianti e continuità produttiva.
⚠️ Non aspettare che un controllo o un incidente ti colga impreparato
Se gestisci una carrozzeria, un panificio, una falegnameria, un impianto industriale o un locale batterie, il rischio ATEX riguarda direttamente la tua attività.
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